L'EDITORIALE

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Coripet: confermata la visione europea del Consorzio e il suo ruolo da pioniere nel mercato della raccolta e del riciclo in Italia

22 MARZO 2021

Anche il Consiglio di Stato, dopo il TAR del Lazio, respinge i ricorsi presentati da Corepla e Conai per annullare l’autorizzazione concessa a Coripet dal Ministero dell’ambiente il 24 aprile 2018.

Un risultato che conferma il riconoscimento del Consorzio come sistema autonomo finalizzato alla gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari.

La sentenza, nelle sue motivazioni, riprende i principi e gli orientamenti forniti dall’Unione europea rispetto alla responsabilità estesa del produttore (EPR) come già effettuato dal TAR del Lazio nel 2019.

Nello specifico il giudizio finale afferma che Coripet, già nel 2018, aveva interpretato correttamente tale normativa facendone uno dei presupposti legali per la richiesta di riconoscimento e mostrando un piano concreto per la sua attuazione attraverso un progetto industriale applicabile sul territorio italiano.

Un progetto innovativo che comporta un reale cambio di scenario: l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della Transizione Ecologica) confermata dal Tar nel 2019 ha dato avvio a un processo di cambiamento dell’intero settore rifiuti – così come aveva già auspicato l’Antitrust nel 2016 – introducendo un contesto in cui operano più operatori e la necessità del coordinamento industriale da perseguirsi con il nuovo accordo di comparto che regolamenta l’intera filiera della raccolta, del recupero, della selezione e del riciclo (d.lgs. n. 116/2020).

PREMESSA – L’ITER DI RICONOCIMENTO COME SISTEMA AUTONOMO

Facciamo un passo indietro: l’inizio dell’attività di Coripet come sistema autonomo risale al 24 aprile 2018 quando il Ministero dell’Ambiente ha riconosciuto il consorzio come “Sistema per la gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari”.

Una tappa certamente importante dell’iter operativo del Consorzio è l’accordo con ANCI – Associazione nazionale comuni Italiani –, firmato nel 2020, che trova il suo fondamento sul principio per cui il sistema di raccolta differenziata e cernita italiano è da considerarsi a tutti gli effetti una infrastruttura non duplicabile a cui ogni sistema EPR riconosciuto può e deve quindi avere accesso per avviare a riciclo i volumi di rispettiva competenza.

Le principali novità dell’accordo Anci-Coripet riguardano la raccolta differenziata – con la definizione economica migliorativa dei corrispettivi di raccolta riconosciuti da Coripet – e la raccolta selettiva delle bottiglie in PET con l’installazione degli ecocompattaori su suolo pubblico e privato (un approfondimento qui) in grado di garantire il riciclo a ciclo chiuso bottle to bottle.

LA VISIONE EUROPEA DI CORIPET E L’APERTURA A NUOVI CONSORZI AUTONOMI

Come anticipato, la sentenza riconosce il ruolo chiave di Coripet nell’aver dato una corretta interpretazione della normativa europea EPR e nell’aver conseguentemente innescato un cambiamento positivo nel settore della raccolta, selezione e avvio al riciclo favorendo la liberalizzazione del mercato. (Così come già auspicato nel 2016 dall’Antitrust nella sua indagine conoscitiva in materia dei rifiuti)

La direttiva EPR stabilisce che i produttori degli imballaggi sono responsabili della corretta ed efficace gestione ambientale dei rifiuti riferibili ai propri prodotti definiti in proporzione alla quantità di imballaggi immessi sul mercato nazionale.

Nel Codice Ambiente si legge che per adempiere agli obblighi della loro responsabilità estesa i produttori possono organizzarsi autonomamente, “anche in forma collettiva”.

L’anima innovativa di Coripet sta proprio qui: nell’aver creato per la prima volta in Italia un vero e proprio sistema autonomo sugli imballaggi primari come le bottiglie in PET, che applica le direttive europee dell’EPR superando il precedente assetto monopolistico e avviando, anche attraverso l’innovativa raccolta selettiva di bottiglie in PET, un modello virtuoso di economia circolare.

Ma chi sono i produttori?

Per oltre vent’anni, in quella che possiamo definire un’era pre-Coripet, chi produceva l’imballaggio per confezionarvi i propri prodotti non veniva considerato produttore bensì utilizzatore e dunque non poteva costituire un sistema di EPR.

Coripet ha proposto una diversa interpretazione del concetto di produttore riferendolo a chi materialmente produce l’imballaggio bottiglia.

Un passaggio, più volte ripreso nella sentenza, che può sembrare di semplice formalità linguistica, ma che in realtà, con il nuovo significato introdotto da Coripet rappresenta un vero spartiacque nel mercato dei rifiuti e apre in Italia l’opportunità di applicare un modello di gestione che mira a raggiungere i risultati dei sistemi più virtuosi a livello europeo.

C’è un’altra parola chiave: “propri”.

Si riferisce alla locuzione “gestione dei rifiuti riferiti ai propri prodotti” che nel caso di Coripet, sono costituiti dal liquido alimentare + la bottiglia in PET. Quest’ultima rappresenta l’imballaggio di cui il Consorzio è responsabile.

In questo senso l’EPR stabilisce che i produttori devono gestire in modo efficace la fine vita dei propri imballaggi immessi sul mercato.

Dove propri è inteso in senso quantitativo (propri volumi) e non letterale: una bottiglia per suo alimentare quando è vuota è uguale a un’altra, a prescindere dal concetto di etichetta/marca riferito ad uno specifico produttore.  Il recupero, pertanto, non deve essere limitato in base al brand della bottiglia. Nel caso di un consorzio che gestisce i rifiuti il termine “propri” si riferisce al quantitativo, misurato in peso, dell’imballaggio immesso sul mercato.

Infatti Coripet, attraverso la raccolta differenziata e selettiva, si occupa del fine vita degli imballaggi in PET per liquidi alimentari. Senza alcun vincolo di marchio o brand.

 L’UNICITÀ DI CORIPET: GLI ECOCOMPATTATORI INTELLIGENTI

Fra gli obiettivi più importanti che Coripet si pone vi sono la realizzazione del ciclo “da bottiglia a nuova bottiglia” e la volontà di arrivare, progressivamente, a intercettare e recuperare il 90% delle bottiglie di plastica PET immesse sul mercato dalle aziende produttrici consorziate. (in linea con la direttiva eur SUP – single use plastic).

Per raggiungerli in modo efficace e nei tempi richiesti, il Consorzio ha ideato, in affiancamento alla tradizionale differenziata, un innovativo sistema di raccolta selettiva attraverso ecocompattatori intelligenti per intercettare solo gli imballaggi in PET per liquidi alimentari e avviarli al processo che dà loro nuova vita.

Si tratta infatti di macchinari innovativi che, attraverso la lettura del codice a barre impresso sulla bottiglia, identificano questo tipo di imballaggio contenente liquidi alimentari distinguendolo da tutti gli altri in plastica che non hanno la stessa potenzialità di riciclo.

Diversamente da come avviene nella raccolta differenziata, le bottiglie usate seguono una filiera chiusa dedicata solo al PET per uso alimentare sin dal momento in cui vengono riposte nell’ecocompattatore fino al passaggio che le rende nuovamente imballaggi pronti per tornare sul mercato. Lungo il percorso non ci sono pertanto interferenze con altre tipologie di materiale (non idoneo al contatto alimentare) pertanto la raccolta selettiva di Coripet assicura il riciclo potenzialmente infinito delle bottiglie in PET, il bottle to bottle, appunto.

Nella sentenza viene sottolineato, infatti, che il sistema del Consorzio può garantire la ripresa di rifiuti di imballaggi per l’avvio al riutilizzo con piena convergenza rispetto agli obiettivi definiti anche a livello eurounitario.